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Lucia

Ecco di seguito alcune testimonianze di persone che hanno partecipato alle nostre missioni.

Ho trascorso un Natale speciale con i bambini del Burkina Faso, ho conosciuto delle persone meravigliose, è stato il modo migliore di chiudere un anno stupendo, il 2013, un anno dai grandi cambiamenti, un anno di profonda crescita personale, il secondo dei miei "anni del cuore", lì in Africa ho conosciuto e capito cosa veramente sia la miseria, ho capito quanto siamo privilegiati, per il solo fatto di essere nati qui in Italia, ho capito che un sorriso dagli occhi luminosi di un bambino di Kaya, abbia veramente un valore indescrivibile, il valore dei sentimenti, il valore della coscienza.
Siamo partiti con tantissime difficoltà, costretti a soggiornare, nostro malgrado, per due lunghissimi giorni in Algeri, siamo arrivati con l’inizio di un nuovo giorno dai Trapi, una coppia d' Italiani che dal 1971 vivono in Burkina, a Kaya dove hanno fondato una scuola, dove danno aiuto e sostegno a molte vedove ed a tantissimi bambini, occupandosi anche delle adozioni a distanza; loro infatti con soli venti euro al mese riescono a garantire per ogni bambino, l'istruzione, le cure mediche, i vestiti, e un pasto al giorno; Lisa poi è favolosa, ha tutto in dettaglio, per ogni bambino basta aprire il dossier e vedere tutto ciò che viene dato, le date,  e le quantità. Una ragazza del nostro gruppo, prima di partire, aveva adottato una bimba, Lusienne, lì l'ha conosciuta personalmente, è stata un intera giornata con noi, la gioia di quella bimba per dei vestitini nuovi e per una bambola di pezza, era un qualcosa che andava al di là delle parole stesse.
I giorni in Africa sono scanditi da un ritmo lento, regolare, quasi apatico, i bambini coloravano le nostre giornate, con  balli, canti e feste, con gli occhi felici grazie ad una banalissima caramella lanciata dal finestrino della nostra macchina in corsa. Abbiamo trascorso la notte di Natale in una comunità, una delle più belle feste della mia vita, in quell'occasione alla fine anche noi ci siamo fatti prendere dai ritmi africani ed abbiamo iniziato a ballare, Tiziana e Sefora sono state guarite proprio durante le danze, una aveva la febbre alta da giorni, l'altra una forte tendinite provocata da un incidente.
I magici colori di quei tramonti, il rosso di quella terra, l'odore di quel popolo, resteranno per sempre nel mio cuore, lì la gente è povera ma ha una dignità che molti ricchi qui in Italia non possono nemmeno ambire; in Pissila, un villaggio in cui proprio in questi giorni si sta costruendo un pozzo grazie alle offerte raccolte da Cuore Africa, i bambini erano sporchi, vestiti alla meno peggio, alcuni indossavano delle calde felpe, altri delle magliette a maniche corte, e molti erano a piedi nudi, per alcuni era la prima volta che incontravano l'uomo bianco, volevano toccarci, ed io ero come in una vertigine, felice di poter aiutare, ma anche triste per non poter fare a sufficienza, triste perchè molti non possono farlo, perchè non immaginano, perché non sanno.
L'ultimo giorno è stato il più intenso, prima siamo stati dal Dott. Peter Van Dingenen, nella capitale, lui è un medico Belga che ha costruito una clinica innovativa caratterizzata dalla forte competitività economica, lì le cure mediche sono garantite per tutti i Burkinabè, a lui abbiamo consegnato tutti i farmaci portati dall'Italia; in serata poi siamo stati dai Delma, un altra famiglia di missionari di Ouagadougou, loro hanno una scuola per migliaia di bambini, con soli quaranta euro all'anno garantiscono la scolarizzazione ai bambini della capitale, e aiutano le vedove dando loro lavoro in un centro specializzato nella produzione di sapone vegetale.
E’ stata una missione bellissima, ricorderò sempre tutte le visite ai vari villaggi, i canti e le danze di quel popolo ricco d'amore, ricorderò ogni mano protesa verso di noi, ricorderò  il giorno della distribuzione di un piatto di riso a tutti i bambini della scuola elementare, e non smetterò mai di ringraziare Corrado Salmè per avermi concesso il privilegio di far parte di questo progetto meraviglioso. Io sono partita con la mia valigia di piena di vestitini da dare ai tanti bambini e piena di tutti gli aiuti raccolti con la collaborazione di molti amici, ma paradossalmente invece di dare ho preso, ho preso la loro gioia, la loro infinita dignità, la loro semplicità, ho preso consapevolezza di quanto poco facciamo per il nostro prossimo, ho preso nella mia mente il pensiero di una terra arida che spero di poter coltivare, ho preso nel mio cuore l’amore per l’Africa.

Testimonianze

Tiziana

“Allora, raccontami di questa esperienza.. come è andata?”. Da quando sono rientrata, solo 24 ore fa, questa domanda mi è stata rivolta da infinite persone, infinite volte. E ogni volta che la mente prova a formulare una risposta adeguata.. il cuore si colma di emozioni vissute e la bocca si serra in un sorriso malinconico. Lo chiamano mal d’Africa.. e ho affrontato questo viaggio consapevole del fatto che ne avrei sofferto una volta tornata a casa… ma l’emozione, il batticuore, la commozione che provo e che ho provato in questi giorni non può racchiudersi in un concetto troppo spesso citato come questo.
Il mio mal d’Africa è intriso di odori, di colori, di sorrisi, di suoni, di danze. E’ pieno dei “nassaraaaa” urlati dai bambini nelle nostre direzioni, è pieno delle loro manine tese a chiederci “bon bon” e ad accogliere quel poco che potevamo donargli. E’ pieno dei loro piedini scalzi, dei loro sorrisi al mio “fo iu labue” pronunciato sicuramente in maniera errata, dei loro canti di benvenuto, dei colori vivaci delle stoffe dei loro vestitini.
Il mio mal d’Africa ha il colore rosso della terra di Kaya, ha il sorriso dolcissimo della mia “non più distante” Lucienne, ha l’odore di autan tropical spruzzato troppe volte solo per prudenza, ha il calore degli abbracci della mia “compagna di letto” e il suono delle nostre chiacchierate fino a notte fonda. 
Il mio mal d’Africa è ricco di mani unite, di preghiere, di ringraziamenti, di incontri, di sguardi rivolti ad un cielo pieno di stelle, come mai ne avevo visti prima.
Il mio mal d’Africa ha il volto di tutte le persone straordinarie che ho avuto l’onore di incontrare, di tutte le donne che hanno stretto la mia mano pronunciando come benedizione: “wennamsonghe”, di tutti i bambini che ho potuto accarezzare, fotografare, tenere in braccio.
“Prima di conservare i ricordi, bisogna viverli” – (cit. Sefora Motta) – e prima di raccontarli e condividerli bisogna elaborarli.. e trovargli il giusto posto. 
Le mie emozioni, con il tempo, troveranno il loro spazio e smetteranno di farmi commuovere ad ogni ricordo di ogni istante trascorso in quella terra lontana, in cui ho lasciato parte del mio cuore.
In attesa di quel momento, sogno la prossima missione e la prossima camminata a piedi nudi sulla terra rossa, sperando che il tempo che mi separa da Ouagadougu passi più in fretta possibile.

Flora

Il viaggio nel 2010 in Africa, mi ha aperto un mondo nel cuore,e questo nel 2013 ha rafforzato l'amorex quella terra,  i bisogni li sono tanti, i bambini vicino peggio dei cani poco curati dell'Italia . ho visto la gioia in quei grandi occhi neri  per un bon bon,quando vedono un nassara (un bianco) )la speranza si accende nei loro occhi,la gioia e l'esultare x un piatto di riso è indescrivibile, quello che facciamo forse non è molto,ma sono piccoli gesti d"amore che arricchiscono il mio cuore, Quest'anno con l'aiuto di molti siamo riusciti per la costruzione di un pozzo, in una zona veramente colpita da  grande siccità,ho  visto bambini esultare, adulti abbracciarsi dalla gioia,quello che tocca di più il mio cuore è vedere, , questa gente vivere una situazione estrema, x me la valle dell'ombra della morte, e lodano, ,adorano e danzano a Dio nonostante le pance vuote, , anche in luoghi dove sapevano che non avremmo lasciato nulla,continuavano a danzare,da loro ho imparato che si può benedire Dio in ogni tempo,quando i miei piedi toccano la terra rossa, il mio cuore si riempie di gioia,il senso di libertà che invade la mia vita è indescrivibile, tutti gli abbracci che penso di dare, ma che in realtà ricevo, non hanno prezzo,quelle manine e quegli occhioni le cui immagini si imprimono nel cuore,quel senso di impotenza che mi schiaccia,ma la gioia che mi invade per quel poco che riusciamo a fare. Nel mio cuore una frase, , so che possiamo fare di più,ma mi   rendo conto che loro possiedono la vera gioia, , sono felici x piccole cose,è straordinario quello che accade nel mio cuore su quella terra,mi invade un mutismo  per molte settimane perché nel vocabolario del mio cuore non riesco a trovare le parole giuste per esprimere tutto quello che accade nella mia vita,ma quando sono qui felice di essere nel mondo moderno, quegli occhi e  quella terra, Mi mancano da morire,ma so che posso essere più utile qui per loro,e questo mi da un senso di sopportazione x ricominciare e portare avanti  il prossimo progetto,anche se non ho la certezza di quando sarà un mio prossimo viaggio,sono certa che anche da qui tramite il gruppo del prossimo viaggio, tutto l'amore arriverà.

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